Non si conosce esattamente la storia del kimono in età anteriore all’epoca Heian (794-1185). Nell’epoca della corte Yamato (dal IV sec. a. C. al VII d. C.) gli uomini portavano una giacca con pantaloni e le donne una giacca con gonna. In seguito, nell’epoca Nara (710-794), fu promulgata la legge “Yōrō”, una sezione della quale riguarda i kimono: vi vengono definiti le forme e i colori degli abiti, a seconda dei tipi di cerimonie e dei livelli politici della corte, e le differenze fra gli abiti dei burocurati e quelli dei militari.
In questo periodo, per effetto degli stretti rapporti culturali e commerciali con la Cina, anche l’abbigliamento era influenzato fortemente dallo stile cinese.A meta dell’epoca Heian, invece, i legami con la Cina si allentarono e si sviluppò una cultura giapponese autonoma: ne nacque il cosiddetto “abbigliamento Heian”, per le famiglie reali e per i nobili, interamente in stile giapponese. Abiti tipici di questo stile sono sokutai per gli uomini e jūnihitoe per le donne: una caratteristica dei jūnihitoe era indossare diversi kimono molto lunghi, con strascico, uno sopra l’altro abbinandone i colori. Ancora oggi, in occasioni particolari come cerimonie ufficiali imperiali e feste tradizionali, vengono indossati abiti in stile Heian come sokutai e jūnihitoe.Nelle epoche Kamakura (1185-1333) e Muromachi (1338-1573) governavano i guerrieri e la corte e i nobili avevano perso il proprio potere. Alla fine dell’epoca Muromachi iniziò la guerra civile Ūnin a Kyoto, seguìta dall’epoca Sengoku (che significa «paese in guerra») durante la quale persone di livello più basso potevano salire nella scala sociale. Gli abiti venivano semplificati sempre di più: sulla base dei vestiti del popolo, suikan, si crearono abiti ufficiali per i guerrieri, hitatare.
Per le donne scomparvero gli abiti con strascico, e quelli corti (kosode) che si portavano sotto cominciarono a essere abiti normali, al di sopra dei quali veniva indossato un altro kosode non legato (uchikake). Nell’epoca di Edo (1603-1867) ci furono ulteriori semplificazioni: per i nobili nacque kamishimo, una combinazione fra un gilet (kataginu) e i pantaoloni larghi hakama; fra il popolo si diffuse kosode. In questo periodo ebbe origine il teatro kabuki: i ritratti degli attori più famosi, con kimono assai vistosi, furono per molti esempio per creare abiti dalle forme semplici ma molto elaborati nella decorazione, e questo anche per influenza della cerimonia del tè.
Furono emanate leggi per porre limiti al lusso dell’abbigliamento fra i non-nobili, ma proprio queste leggi erano un ulteriore stimolo per la creazione di abiti sempre più riccamente decorati (anche se magari coperti da un soprabito sobrio…). In questo periodo si sono perfezionati anche vari modi di fare il nodo alla cintura (obi) e gli accessori per il kimono sia femminile che maschile. Nella seconda metà dell’epoca di Edo una grave carestia (Tenme) ebbe per effetto la proibizione (1785) di usare tessuti in seta e, quindi, una grande diffusione di lino e cotone.Sempre in questo periodo nacque il furisode, kimono femminile caratterizzato dalle maniche molto ampie e riservato alle occasioni più importanti (…)
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